I pro, i contro e le regole che ogni genitore e educatore dovrebbero conoscere per rendere la tecnologia, un alleato nella crescita dei bambini.
Nell’immaginario comune spesso la tecnologia è associata a una pessima educazione e, altrettanto spesso, sono ricordati come tempi d’oro gli anni in cui la televisione era il massimo esponente dell’innovazione nell’intrattenimento, e i giochi all’aria aperta erano l’unica alternativa per lo svago, ma in un’era in cui viviamo e respiriamo digitale, è inverosimile pensare di non influenzare i bambini con le soluzioni tecnologiche di cui disponiamo, è più opportuno apprendere come e quando utilizzare tali strumenti come mezzi educativi.
Aspetti positivi dell'interazione dei bambini con la tecnologia
Uno studio francese dell’Académie des Sciences ha dimostrato come tablet e smartphone, rispetto alla televisione che consente solo un uso passivo, permettano una partecipazione attiva, che porta i bambini da 0-2 anni a interagire con la realtà che li circonda e a favorire lo sviluppo cognitivo (massimo 15 minuti con la supervisione di un adulto).
Nei bambini dai 2 anni alcune App possono attivare la capacità di attenzione visiva selettiva, la categorizzazione e la numerazione, è comunque sconsigliata l’esposizione prolungata (massimo 30 minuti con la supervisione di un adulto)
Nei bambini dai 4-5 anni alcune App facilitano l’apprendimento dell’associazione tra lettere e suoni, guidando il bambino verso la lettura e la scrittura (massimo 45 minuti con la supervisione di un adulto).
Inoltre le app dedicate all’infanzia rendono l’apprendimento molto più semplice ed accessibile, possono stimolare la creatività e le capacità di problem solving.
Si pensi inoltre alle opportunità possibili, grazie agli strumenti tecnologici di oggi, per bambini con disabilità motorie o cognitive, ognuno con diversi bisogni, talenti e modelli comportamentali. Un esempio sono le App realizzate per la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) che permettono a bambini con difficoltà comunicative di esprimere bisogni e desideri, favorendo così anche l’integrazione sociale.
Non dimentichiamo però che è sempre bene proporre ai bambini, in alternativa all’uso della tecnologia, attività che stimolano curiosità, interesse, creatività e fantasia nella vita reale.
Effetti negativi di un esposizione precoce e non controllata
Spesso tablet ed altri dispositivi vengono utilizzati per calmare i bambini e altrettanto spesso gli si lascia la piena autonomia nell’esplorarlo, rischiando di esporlo a rischi notevoli sia sul piano fisico che psichico.
App e videogames possono essere una forma d’intrattenimento e apprendimento utile per sviluppare abilità e per socializzare, ma allo stesso tempo, in base alle tematiche, possono suscitare ansia e irritabilità, con conseguenti possibili disturbi del sonno, deficit nell’attenzione e comportamenti negativi e violenti.
In tal caso, il genitore o educatore, dovrebbe proporre attività ludiche alternative che stimolino creatività, fantasia e socializzazione.
Altro problema emerso con l’abuso di dispositivi digitali, è l’analfabetismo emotivo; i bambini devo apprendere gradualmente a gestire noia, monotonia e solitudine ma spesso questi vuoti vengono riempiti con tablet, smartphone e programmi televisivi,in tal modo il bambino non ha l’opportunità di gestire piccole o grandi frustrazioni, né di apprendere da dove nascano tali emozioni.
La somministrazione prolungata ed inappropriata della tecnologia comporta anche immobilità, ciò può portare l’insorgere di forme di diabete, obesità, problemi osteoarticolari e conseguenti patologie cardiovascolari.
Cosa possiamo fare?
Per aiutare genitori e educatori a diventare mediatori digitali, entra in gioco Serge Tisseron con la regola del 3-6-9-12; questi numeri fanno riferimento alle tappe che i bambini affrontano nella loro vita come momenti di passaggio e crescita personale. Rispettivamente, ingresso alla scuola dell’infanzia (3), poi primaria (6), pieno possesso della letto-scrittura (9), ingresso nella scuola secondaria (12).
Nella prima tappa, l’uso di dispositivi non è indicato, ma se si vuole dedicare una parte dello sviluppo alla tecnologia, il genitore dovrebbe supervisionare tale processo e accompagnarlo con la narrazione di ciò che accade. Nel periodo che intercorre tra la prima e la seconda tappa, è necessario interporre dei limiti nell’utilizzo dei dispositivi, supervisionare sempre l’attività e continuare con la narrazione di ciò che il bambino sta osservando.
Nella terza fase è bene lasciare libero il bambino di scegliere ciò che più gli piace senza perdere l’interesse nei suoi confronti, magari utilizzando ciò che lo appassiona come argomento di conversazione e confronto con il genitore. Nell'ultima fase la navigazione può diventare autonoma, rispettando tempi e modi d’utilizzo stabiliti con i genitori o educatori e utilizzando le dovute precauzioni attraverso gli strumenti di parental control.
E’ importante dunque introdurre i bambini alla tecnologia sin da piccoli, educandoli all’utilizzo nei modi e tempi adeguati, rendendoli consapevoli in modo da potersi un giorno gestire autonomamente e correttamente.
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