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“Sin da piccola sono sempre stata con gli anziani. Li ascoltavo e vivevo con loro perché mia madre non poteva tenermi. Allora erano i miei nonni, oggi sono le persone di cui mi prendo cura”.
Gina racconta è diventata una badante implementando la cultura della domiciliarità dell’anziano e come si articola ornata.
- Come hai deciso di diventare badante?
Sono cresciuta con gli anziani e sono stata da sempre abituata a trascorrere del tempo con loro.
Mi piace aiutare e far sorridere. Ho completato i miei studi infermieristici nella mia città natale in Romania nel 2011 ed è stato a quel punto mi sona reso conto che la cura delle persone, soprattutto anziane, era la mia missione. Le difficili, o meglio, diverse condizioni economiche presenti nel mio Paese, mi hanno portato in Italia seguendo la scia delle mie connazionali
.2. Come deve essere una brava badante?
Per esperienza personale la prima cosa che faccio quando entro in una nuova casa è mettermi nei panni della persona anziana. Penso che anche lei/lui, una volta ha avuto la mia stessa età, ha avuto le stesse mie aspirazioni e si sentiva padrona/e del mondo.
E’ importante il “dono” della parlantina secondo me; li aiuta a farli stare più tranquilli e conoscerti meglio….diventa una sorta di ninaananna.
L'assistenza domiciliare è un'esperienza personale e può essere incredibilmente proficua da entrambe le parti se la relazione che si instaura è più intima.
- Quanto è importante secondo te che le persone anziane rimangano nelle proprie abitazioni il più a lungo possibile e perché.
Premesso che ho avuto modo di lavorare nelle strutture preposte sia come infermiera che come volontaria, ciò che ho notato è che la casa di cura è una scelta più dei familiari che dell’anziano perché in tal modo lo si sente più al sicuro mentre penso che la maggior parte delle persone vogliano essere curate a casa.
Anche se può sembrare che una persona in una casa di cura stia ricevendo le migliori cure possibili, in realtà questo funziona solamente in determinati momenti della giornata.
Con l'assistenza domiciliare, invece, l’individuo riceve attenzioni costanti.
In fin dei conti, la casa è il posto dove vogliamo stare. E’ il luogo dei nostri ricordi. Non c'è davvero nessun posto come casa.
5.Come si articola una tipica giornata di lavoro?
Non esiste una giornata uguale all’altra. Ogni giorno c'è un nuovo bisogno ed una nuova esigenza.
Sicuramente l’assistenza mattutina e la cura della persona e la sua mobilitazione possono considerarsi attività di routine.
6. Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Incontrare persone diverse. Ogni giorno può portare a una nuova sfida e sono costantemente in fase di apprendimento.
7. Quali difficoltà hai incontrato?
L’attaccamento emotivo che si crea con l’assistito di solito è molto forte e quindi, quando qualcosa va storto, c’è difficoltà ad accettarlo.
A dire la verità, mi fa sentire bene sapere che ho fatto la differenza nella vita di qualcuno e ha portato loro conforto in un momento difficile.
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Ciao Gisella come sei diventata “badante” dei tuoi cari? Raccontaci
Diciamo che il mio destino era segnato. Quando sono nata mia sorella maggiore era molto malata e all’età di dieci anni ho iniziato a prendermi cura di mia madre con un cancro allo stomaco. Ho poi continuato con mio suocero affetto da morbo di Alzhe
Come si è evoluto e cambiato il rapporto con i tuoi familiari?
Per me prendersi cura delle persone amate è sempre stato un piacere. Sei stata cresciuta dai tuoi genitori con amore ed ora tu ti prendi cura di loro con lo stesso amore. E’ un cerchio che si chiude.
Quali sono stati i momenti più difficili e quelli più gratificanti?
Sicuramente la cosa più difficile è stata rinunciare alla propria indipendenza. Occorre sempre pianificare tutto e non ha spazio per "colpi di testa" ed anche quando questo è possibile sei sempre incatenata mentalmete. Vado avanti grazie all' amore e la gratitudine che traspare dai loro occhi.
Quali consigli daresti a chi si trova nella tua stessa condizione?
Pazienza, pazienza, pazienza.
In poche parole, cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Ad essere una persona compassionevole non solo nei confronti dei miei cari ma verso tutti.Se il mio destino è stato questo ci sarà un motivo.
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I principali sintomi psichiatrici della malattia di Alzheimer includono allucinazioni e deliri, e di solito si verificano nella fase centrale di demenza. Circa il 40% dei pazienti affetti da demenza hanno esperienza di deliri e allucinazioni.
Allucinazioni, deliri e paranoia non sono sintomi di età, ma di malattia. Tale concetto deve essere ben compreso dai familiari e/o operatori per evitare che eventuali rigetti ed offese vengano prese sul piano personale.
Come si possono aiutare gli operatori familiari a gestire le reazioni come l'aggressività, l' agitazione e le esplosioni di violenza?
Le allucinazioni possono avere la forma di:
• Esperienze sensoriali - visive, uditive, e / o tattile e si verificano spesso al risveglio;.
• False percezioni di qualcosa che si vede o sente.
I deliri si esternalizzano in:
• false credenze non supporte dalla realtà spesso causato da una memoria difettosa; e
• colpevolizzare badanti o familiari per furto e l'infedeltà.
La paranoia è:
• Incentrata intorno alla diffidenza proiettando la propria ostilità e frustrazione sull'operatore.
Come affrontare le allucinazioni?
- Carmarli dicendo "vedo che hai paura. Sarei spaventato anche io se vedessi le tue stesse cose".
- Tranquillizzarli dicendo che rimarrete con loro e che sono al sicuro con voi.
- Confortarl ad esempio picchiettando delicatamente sulla schiena per aiutarli a distogliere l'attenzione posta sull'alluccinazione (cambiare attività).
- Cambiare ambiente ed allontanarli dalla stanza o fare passeggiata.
Rendetevi conto che alcune allucinazioni, come vedere bambini, possono essere di conforto e che la troppa illuminazione o la sua mancanza possono creare ombre e distorsioni su pareti, pavimenti e persino mobili.
Fate attenzione a suoli (TV, aria condizionata, etc) perchè potrebbero essere fraintesi e che gli specchi, se non coperti, potrebbero indurre a pensare di di vedere un estraneo.
Come affrontare i deliri?
I deliri sono molto lievi e sono dovuti principalmente a problemi di memoria.
Le persone affette da demenza colmano il "buco" dovuto ad una memoria difettosa con falsi ricordi. Essi vivono in un mondo che "non ha senso" e ne sono spaventati. Per cui 1) evitiamo di rispondere alle loro provocazioni dicendo "perchè dovrei prendere questo?" e rassicuriamoli senza fare domande.
Se sono alla ricerca di un oggetto, dite loro che lo aiuterete a trovarlo e, se si tratta di oggetti di uso quotidiano, consigliamo di tenere un set di ricambio degli oggetti "persi" (se possibile) oppure cercare di distrarli dicendo qualcosa come prima di cercare perchè non facciamo una pausa?".
Come affrontare la paranoia
La paranoia è la forma più diffusa dei sopra citati comportamenti ma anche la più preoccupante se il comportamento viene portato all'eccesso.
In tal caso, rivedere i farmaci precedentemente prescritti e consultare il medico